«La scienza aperta ha il potere "trasformativo" di ridurre le disuguaglianze esistenti nella scienza, nella tecnologia e nell’innovazione, accelerando così anche il progresso verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e l’adempimento del diritto umano alla scienza. Ma affinché la scienza aperta possa raggiungere il suo pieno potenziale, deve essere un fenomeno veramente equo e globale». Tradotto da UNESCO (2023), Open science outlook 1: status and trends around the world, Paris, Unesco, p. 16.
La scienza aperta è un movimento culturale che promuove un «approccio al processo scientifico basato sui principi e valori delle società democratiche quali: collaborazione, condivisione aperta e tempestiva dei risultati, modalità di diffusione della conoscenza basate su tecnologie digitali in rete (utilizzando standard e protocolli riconosciuti) e metodi trasparenti di validazione e valutazione dei prodotti della ricerca per favorirne l’integrità e la riproducibilità».
Secondo tali principi, i prodotti della ricerca condotta con risorse pubbliche non solo devono essere valorizzati, ma devono essere disponibili gratuitamente e riutilizzabili liberamente, senza restrizioni economiche o legali e garantendo condizioni di parità a tutti i ricercatori, indipendentemente dalla loro affiliazione, posizione geografica o condizione economica. Il processo di condivisione dei risultati della ricerca viene in questo modo accelerato e nuove conoscenze possono essere generate e sviluppate più rapidamente.
Dal 2016 l’Unione Europea pone la scienza aperta quale obiettivo strategico basato su 8 punti-pilastri individuati dalla Commissione Europea.
Dati FAIR. I prodotti della ricerca devono essere rintracciabili (Findable), accessibili (Accessible), interoperabili (Interoperable) e riutilizzabili (Reusable).
La pratica della ricerca deve perseguire i valori condivisi di onestà responsabilità, rispetto e trasparenza e per questo il Comitato etico e il Codice etico sono punti di riferimento imprescindibili.
Indicatori bibliometrici, conteggio delle citazioni e fattore di impatto non possono essere le sole metriche di valutazione della qualità della ricerca ma occorre considerare “altre unità di misura” che possano meglio individuare e delineare la qualità e il valore di una ricerca secondo le pratiche della scienza aperta.
L’obiettivo primario è l’accesso senza restrizioni alla ricerca e ai suoi risultati e per queto occorre mettere in campo tutte le strategie necessarie per perseguirlo.
Un altro aspetto importantissimo è determinato dall’interazione tra chi conduce una ricerca e la cittadinanza, affinché l’influenza reciproca che si stabilisce tra le due componenti sia da stimolo allo sviluppo dei progetti di ricerca e il supporto del “pubblico” venga riconosciuto come valido contributo scientifico.
Un grande ruolo, soprattutto in una fase transitoria come l’attuale, ha la formazione in materia di scienza aperta; occorre diffondere conoscenze e costruire nuove competenze in materia e di ciò se ne devono fare carico le istituzioni.
La Commissione Europea invita le istituzioni accademiche a riconoscere pienamente le attività in ambito di scienza aperta inserendole quale parametri nei sistemi di valutazione delle carriere.
Ricerca aperta significa poter operare in collaborazione e senza barriere: EOSC, riunendo iniziative e infrastrutture istituzionali nazionali ed europee, consente il collegamento delle infrastrutture interoperabili esistenti e permette una ricerca internazionale e interdisciplinare.
Dal 2021 anche l'UNESCO promuove la scienza aperta e la considera un acceleratore per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e sviluppo e nella sua agenda se ne fa promotrice con il documento UNESCO Recommendation on Open Science sottoscritto da tutti gli stati membri. L’Italia fa sentire la propria voce nel 2022, quando nel giugno il Ministero della Ricerca (MUR) pubblica il Piano nazionale della Scienza Aperta (PNSA) in attuazione al Decreto Ministeriale n. 268 del 28 febbraio 2022, documento che, unitamente al Piano per le Infrastrutture di ricerca (PNIR), completa i documenti indicati nel Programma Nazionale per la Ricerca 2021-2027.
Gli obiettivi che la scienza aperta si pone possono essere così sintetizzati:
• potenziamento della diffusione dell’informazione scientifica a scala internazionale;
• riduzione della duplicazione degli studi scientifici;
• aumento della ricerca interdisciplinare, del trasferimento delle conoscenze alle imprese e della trasparenza verso la cittadinanza;
• rafforzamento dell’uso dei contributi scientifici a fini didattici;
• conservazione dei risultati della ricerca;
• garanzia della corretta attribuzione dei diritti di proprietà intellettuale.
L’apertura di cui tratta la scienza aperta è, quindi, non solo un altro modo per definire l'accessibilità ai prodotti della ricerca (accesso aperto), ma implica una visione più ampia che riguarda i dati grezzi ed elaborati della ricerca (dati aperti), il materiale didattico (risorse educative aperte), l’uso di metodologie aperte durante l'intero ciclo della ricerca (metodologie aperte), l'uso di software aperti (sorgente aperta), l'adozione di pratiche aperte anche nella revisione tra pari utile a verificare la qualità dei lavori scientifici (revisione aperte tra pari).
Per approfondire:
Sito open-science.it
Sito UNESCO Open Science. Making science more accessible, inclusive and equitable for the benefit of all
Fecher B., Friesike S. (2014), Open Science: One Term, Five Schools of Thought, in Bartling S., Friesike S. Opening Science. The Evolving Guide on How the Web is Changing Research, Collaboration and Scholarly Publishing, Springer Nature, pp. 17-47.